Al di sopra di ogni sospetto, anche il carrozziere che per anni ha condotto battaglie, lottando, gridando nelle assemblee per l’aumento delle tariffe di manodopera, criticando le carrozzerie fiduciarie, oggi firma i NUOVI CONTRATTI DI FIDUCIARIATO.
Quali possono essere le cause o i motivi che spingono L’Artigiano Carrozziere a firmare un contratto che prevede alcune o tutte le seguenti clausole:
- Tariffa determinata dalla compagnia
- Traino del veicolo sinistrato Gratuito fino a 20 km
- Fornitura di ricambi diretta dalla compagnia
- Auto sostitutiva fornita ai clienti canalizzati gratuita a carico della carrozzeria
- Presa e riconsegna del veicolo (quando richiesto) a casa del cliente a carico della Carrozzeria
- Gestione telematica e raccolta documentazione per conto della compagnia, senza rimborsi per il lavoro d’ufficio svolto dal carrozziere
- Utilizzo del tempario redatto e a volte controllato dalla compagnia stessa
Difficile dirlo, ma proviamo a capirlo dalle risposte che alcuni Coraggiosi colleghi hanno dato come motivazione alla loro scelta, con un piccolo commento del sottoscritto.
Il lavoro è calato , firmando forse riuscirò a ricevere più vetture da riparare. (Marco Roma)
Secondo le stime Ania i sinistri non sono diminuiti , al limite sono sempre meno le persone che riparano l’auto, forse sarebbe il caso di verificare il perché del calo nella tua azienda, a volte infatti la scarsa visibilità, la mancanza di servizi oggi fondamentali come l’auto di cortesia ecc , sono la causa della perdita di molti dei nostri clienti. Altro tasto dolente sono i controlli, infatti se molte vetture non vengono riparate, potrebbero riportare danni che in fase di Revisione/Collaudo dovrebbero vietarlo alla circolazione.
Ho firmato perché tanto prima o dopo lo faranno tutti. (Claudia Provincia di Milano)
Se così fosse quali privilegi ci potrebbero essere visto che la canalizzazione avverrebbe in maniera capillare su tutte le carrozzerie senza modificare lo stato attuale, anzi…..
Sono sempre stato fiduciario di questa compagnia assicurativa ,ho solo contrattualizzato quello che facevo prima. (Antonio Prov. Napoli)
I “vecchi” fiduciari non avevano un contratto scritto con la compagnia, e non avevano neanche la fornitura dei ricambi oltre a tutte le clausole che richiedono i nuovi contratti.
Ho firmato perché anche il presidente provinciale della mia associazione è fiduciario.
Effettivamente molti sono gli addetti ai lavori delle associazioni di categoria che a livello imprenditoriale hanno preso decisioni che spesso contrastano con le iniziative che propongono nei vari incontri di categoria, ma ritengo ci sia ancora una netta differenza tra essere fiduciario “senza firma” e firmare i nuovi contratti di fiduciariato.
Sono intenzionato a firmare perche nella mia zona lo hanno fatto tutti.(Enzo Sicilia)
Se tutti firmano nella tua zona, e se sei l’unico a non farlo avrai più possibilità di distinguerti, di pubblicizzare su stampa e radio i tuoi servizi, dimostrando che hai scelto di fare il fiduciario del tuo cliente e non della compagnia.
Ho firmato perché economicamente mi conviene. (Alessandro Milano)
Senza commento
Ho firmato, tanto non ho mica sposato nessuno, se non sono soddisfatto dopo un’anno posso disdire. (E. Cagliari)
Vero, verissimo, avvertendo la compagnia 30 gg prima ,poi magari ti chiederanno il perché e ti proporranno un piccolo aumento di tariffa, e tu accettareai di nuovo….
A questo punto però è giusto chiedere a chi non ha firmato il perché della sua scelta, considerando che ci sono aziende che oltre a saper controllare bene il proprio bilancio, seguono alla lettera tutte le NORMATIVE, e visto i costi che affrontano nel tenere registri vidimati ,comprare attrezzatura sempre aggiornata , migliorare le emissioni in atmosfera , fornire tutte le dotazioni di sicurezza hai propri collaboratori, faticano ad accettare condizioni contrattuali cosi’ ristrette.
Un carrozziere Moderno, che mantiene aggiornata la propria azienda ,con tutti i costi che ne conseguono faticherà sempre di più a rimanere sul mercato, proprio per la concorrenza sleale di talune carrozzerie che possono permettersi di lavorare a tariffe bassissime non avendo la minima concezione di cosa sia il rispetto delle norme vigenti.
Nel portale www.ilcarrozziere.it alla voce Servizi e Burocrazia nella speranza di avervi fatto cosa gradita, abbiamo aggiunto le seguenti guide:
- Regolamentazione iva (dovuta o non dovuta nelle liquidazioni)
- Emissioni in atmosfera
- Legge 81 (testo unico sulla sicurezza)
- Smaltimento rifiuti
- Certificazione UNI EN ISO 9001:2000
- Privacy 2010
- Rischio chimico
- Rischio rumore
- Protezioni individuali
- Elenco rifiuti / codici smaltimento
Che dire…, io sono convenzionato da anni con 9 compagnie, e da 35 in proprio, non mi sono mai considerato dei + furbi ma nemmeno dei + fessi, vado avanti molto bene, ho 6 dipendenti 1 impiegata e due figli che lavorano con me, una delle migliori officine della mia citta’, ben attrezzata e continuamente aggiornata, il 50% delle lavoro e dalle compagnie, il restante privati, non sono uno che mette tutto nel calderone, come si suol dire, ogni riparazione deve avere la sua redditivita’( e da me e’ cosi’ ) certi servizi che ti richiede la compagnia li diamo al privato comunemente se gestisci il sinistro per il privato lo puoi fare anche x la compagnia ecc.. ecc.., io vendo manodopera l’importante e venderla bene 1+1 fa due non 1 sono riuscito ad ottenere delle tariffe in accordo che superano le tariffe stabilite dalla associazione della mia zona, nel rispetto dei tempari (non quelli delle compagnie ma quelli di mercato) e del buon senso, …….da parte mia posso solo dire che: ben vengano gli accordi, se ho ottenuto certe tariffe e’ solo ed esclusivamente xche’c’e’ la serieta’ e la professionalita. Giorgio
buonasera a tutti,i carrozzieri associati,vi siete accorti che i clienti delle assicurazioni,sono i vostri clienti di prima? (no associato) ciao a tutti
Firmare o non firmare?.. Nelle vicinanze della nostra carrozzeria ve ne sono altre, e hanno tutte firmato, chi con alcune assicurazioni, chi con altre. Lentamente vediamo il lavoro diminuire, dirottato verso le fiduciarie, molti dei nostri clienti ci voltano le spalle perchè ricavano qualche interesse in più nel far riparare l’auto da una fiduciaria…
Cari colleghi, secondo il mio parere fiduciariato non è una brutta parola, ma se a fine mese prendiamo la calcolatrice alla mano……. ho due colleghi che hanno firmato, vedendo come vanno le cose ho deciso che non firmerò mai! Piuttosto lo sconto lo faccio al cliente! Ma alle compagnie assicurative mai! Fiduciari! Pensateci bene! Ricordatevi che fino a poco tempo fà le compagnie ci vedevano come il peggior nemico!
Buonasera cari carrozzieri, sono la moglie di un piccolo carrozziere aperto da poco più di due anni e con una grande convinzione nel cuore Vi posso dire che, a mio parere c’è da lavorare onestamente per tutti, piccoli e grandi, l’importante sarebbe essere tutti uniti, fosse per me personalmente farai un grande tavolo a cui invitare tutti i carrozzieri e tutti i vari dirigenti e responsabili delle varie assicurazioni, visto che tanto per dirne “una” offrono la garanzia a vita sulla riparazione di qualcosa che in realtà non possono dare visto che le autovetture le ripara il carrozziere e non la compagnia assicurativa o l’assicuratore e che dire inoltre del fatto che pretendono notevoli requisiti dal carrozziere senza concedere ad esso nulla e senza spendere nulla per le attrezzature, il capannone, le spese fisse di luce e gas (altissime per le nuove cabine di verniciatura!); noi ci mettiamo del nostro con tutti gli oneri e le varie problematiche dovute mentre a loro (assicurazioni) restano gli onori e i meriti! Noi non siamo daccordo con il fiduciariato, se firmassimo tali accordi dovremmo chiudere i battenti nel giro di poco tempo, con quello che ci resterebbe come ci pago le spese fisse: affitto del capannone, leasing del forno, luce e gas e tutto quello che ci va dietro e poi con le promesse che fanno le assicurazioni, r i p e t o s o n o s o l o p r o m e s s e perchè in realtà non sei sicuro che l’assicurazione ti mandi le auto! Per me dovremmo riunirci tutti e “marciare su Roma”, allora si che se ne potrebbe parlare, cosa aspettiamo a ribellarci a tutto questa falsità, questo sfruttarci sempre per ingrassare solo e soltanto le assicurazioni e adesso con la crisi economica in atto se ne stanno approffitando ancora di più! Viviana
le convenzioni sono diverse per tutte le regioni anzi per le province quello che da qualche parte conviene in altre è un suicidio io personalmente ero fiduciario con quasi tutte le compagnie perche’ ero stato area test in quanto collaboravo anche con la formazione del personale da utilizzare in carrozzeria con periti che a loro volta operavano nel settore poi a poco a poco mi son reso conto che i miei clienti erano quelli che svendevo alle assicurazioni.
ed e’ quello che stan cercando di perpretare le compagnie piu’ carrozzerie si convenzionano e meglio è alla fine ottengono i numeri che vogliono semplicemente convertendo i nostri clienti in loro.
ora son convenzionato con una sola compagnia perche’ come dice giorgio ancora mi da una tariffa che mi permette di guadagnare ma mi son reso conto che essendo ben conosciuto e anche stimato nella mia citta’ ora guadagno piu’ con le non convenzionate che con l’unica convenzione che ho.
Io sono del parere che il cliente sia il nostro e penso che non bisogna farsi prendere dal panico in queste situazioni anche perche secondo il mio punto di vista, diventare fiduciario vuole dire farsi del male da solo visto che almeno, io penso, non ci sia nessun artigiano che lavori solo otto ore al giorno quindi facendo due calcoli molto veloci bisognera per avere lo stesso stipendio lavorare almeno il 30% in piu oppure fare le stesse ore e avere uno stipendio inferiore della stessa percentuale, e se uno in carrozzeria a spesso poco da fare non e colpa sicuramente delle clausule delle assicurazioni e non e che collaborando con loro risolvera i suoi problemi. Io sono fermamente convinto che questa storia servira a sfoltire il mercato perche uno che il lavoro lo ha al massimo i prezzi li aumenta non li diminuisce di certo, ma magari sbaglio il futuro ci dira’ e poi se le assicurazioni vedessero un grosso business in carrozzeria che fatica farebbero ad aprirne di loro?
sono veramente dispiaciuto che succeda questo.sono riusciti a fare breccia anche nello zoccolo duro della categoria.ledono il diritto alla libera concorrenza,alla liberta’ del lavoro,alla libera scelta delle persone di voler fare la riparazione dove VOGLIONO.non puo’ succedere questo,non deve succedere, bisogna intervenire anche con i ns.sindacati con i presidenti dell’associazione.ASSOCIAZIONI DOVE SIETE? DOBBIAMO ESSERE TUTELATI TUTTI.
sono stato sempre contrario a farmi calpestare da certe assicurazione ,per far comodo a loro,ma la colpa e nostra ho da certi carrozzieri che vanno a dare il sedere pur accapararsi il lavoro ,e incostituzionale che le assicurazioni inpongono il cliente ad andare dove vogliono loro,parlando di carrozzerie sicure! ho presta &bene, ogni giorno si svegliano e ne inventano una ma solamente per distruggere il nostro settore, per quanto mi riservo che certi colleghi se ne fregano
e si abbassano le braghe, ed anche ora che le assicurazzioni finiscano di pagare soltanto l’imponibbile ,ha discarico nostro e dare al cliente la possibilita di prendersi il denaro e poi cercare il fesso che ripara l’auto per pochi soldi, ho aspttare un altro incidente per fasi risarcire di nuovo ,ma certe volte parlare delle verita che ci circondano fa male a tutti coloro che anno le mani sporche.ciao
Credo ,che firmare o no’ , dipenda molto anche dalla zona dove si esercita la professione, la concorrenza che si ha’, la struttura dove si lavora ecc. Io per conto mio ho deciso di firmare accordi , e l’ ho’ fatto con l’ 80 % delle compagnie sul mercato. Questo da quasi 1 anno, risultato: aumeto del fatturato, clientela nuova, pagamenti veloci,insoluti ridotti al minimo. Non e’ vero poi che le compagnie ti impongoo qesto e quello. Fanno una proposta ,di manodopera che di servizi e come tale si puo’ contrattare in base ai costi aziendali propri ecc. , un semplice contratto di collaborazione di lavoro tra due aziende. La paura per scenari futuri? Il se ,il ma?Non credo si possano fare previsioni sul lungo termine, specialmente di questi tempi, chi lo ha’ fatto e’ stato puntualmente smentito.Se si e’ professionali e seri, non si deve avere paura di niente.
CARROZZERIE FIDUCIARIE OVVERO AZIONI AL RIBASSO
Quando nella categoria avvengono questi comportamenti anomali di sottomissione, quando apparentemente la causa di tutto questo è irripetibile, bisogna scavare più a fondo e scoprire chi sono e come sono fatti coloro che accettano supinamente queste sopraffazioni.
E’ evidente in costoro una netta separazione tra cuore e cervello, almeno con quella parte del cervello che incita all’accumulo, all’egoismo, senza prestare ascolto alle istanze di solidarietà.
Essi si nascondono dietro alla “moderna educazione”, che insegna a tenere a bada gli eccessi emotivi e confeziona su ciascuno di loro un abito di indipendenza assoluta dalla cultura del diritto, un controllo dei sentimenti (e ripulsa dei confronti) che come una corazza li rende impenetrabili ai richiami dell’evoluzione nell’autonomia.
Alla base c’è una mancata crescita emotiva che ha reso atrofica la parte migliore di loro, per cui gli eventi straordinari che condizioneranno il futuro dei carrozzieri, gli passano accanto senza una loro vera partecipazione, senza un loro reale coinvolgimento. Una assenza totale di una adeguata risposta di sentimento (anzi di risentimento) a quanto intorno a loro accade.
Nelle loro fugaci apparizioni in seno alle organizzazioni sindacali o associative ascoltano i richiami, dapprima con cuore tumultuoso che invoca azioni in difesa della dignità dei carrozzieri, poi quando queste difese, anche a causa delle “sottomissioni auspicate volontarie” alle Compagnie, vengono vanificate, giocano d’anticipo la delusione ed il cinismo per difendersi da una chiamata a comportamenti coerenti che sospettiamo non accetteranno mai.
A questo punto il loro cuore, un tempo tumultuoso e invocante, si fa piatto, non reattivo, pronto a declinare ora nella depressione (lo sanno bene chi li circonda) ora nella noia; e quando la consapevolezza della direzione intrapresa verso una sottomissione servile, si farà strada nella loro mente, una tempesta si abbatterà sul loro cuore ormai arido. Amorfo, perché mai irrigato dalla partecipazione alla difesa dell’autonomia artigiana, ed è assai facile prevederne gli effetti sul corpo Perché è logico prevedere l’implosione, la compressione del razionale a tempi lunghi scarica nel corpo l’effetto delle contraddizioni, esse emergono dalle umiliazioni quotidiane e dalla verifica di risultati operativi economici insufficienti, dalla presa di coscienza dell’impossibilità di difendere nel proprio intimo, comportamenti nel nostro mercato che ormai fanno un tutt’uno con l’insincerità civile. Questo produce una noia di vivere che come un macigno comprime la vita emotiva, impedendole di entrare in sintonia con un progetto esistenziale affine al mondo produttivo consapevole.
Una miscela che sotterrerà sempre più l’io di questi autoriparatori infelici, facendoli agire in terza persona, con comportamenti che la storia dell’artigianato fatica a reperire come suoi. Cercare la causa di questa resa, la sottomissione alla parte dominante, ci porta lontano, tanto lontano quanto può esserlo l’avvio del nostro percorso imprenditoriale, dove “alla scuola dei colpi duri”, si veniva assaliti dalla voglia di mollare, di tornare operai, poi, imparando dai nostri errori, ma sempre col cuore in contatto con la mente e la mente col comportamento crescemmo: insieme. Queste “connessioni” che fanno di un artigiano una “persona” autentica, possono rigenerarsi per far sì che si possa di nuovo “sentire” cosa è giusto fare e cosa non lo è, chi siamo e cosa facciamo al mondo.
Si tratta, del resto, di esigenze e di domande di libertà e di autodeterminazione imprenditoriale, non riducibili certo a quelle suddivisioni in fasce di retribuzione tariffaria, imposte ai carrozzieri all’unico scopo di minarne la solidarietà durante le giuste rivendicazioni; preparando così il terreno per i rapporti di fiduciarietà oggi in cerca di legittimazione.
Può prevalere allora, nelle Associazioni di rappresentanza e tutela sindacale, un atteggiamento di sottovalutazione di questi problemi, considerati marginali, ritenuti a torto, cari solo ad ambienti “corporativistici” di settore, ma di scarso interesse a livello di ritorni economici per le associazioni medesime. Inoltre, problematiche imbarazzanti e pericolose ai fini delle strategie economico-finanziarie impostate con le Compagnie di Assicurazioni più “vicine”. Atteggiamenti che tendono ad eludere questi problemi.
Ma questo non sarà più possibile. Recenti assemblee di carrozzieri svolte in molte città, hanno posto alle Associazioni, “richieste forti” di chiarezza maggiore, nell’affrontare il problema della autonomia imprenditoriale dei carrozzieri dalle Compagnie di Assicurazione. A testimoniare con il proprio dissenso, anche con le urla di persone semplici, centinaia di carrozzieri manifestano una propria consapevolezza che la “dirigenza politico-sindacale” si è allontanata alquanto dalla realtà territoriale, dai suoi temi più autentici. Uno di questi, non nuovo ma oggi riproposto seriamente, è certamente quello dell’analisi tariffaria alla luce degli oneri di gestione aziendale lievitati enormemente in seguito alla applicazione più rigida delle leggi di settore, dall’aumento dei costi amministrativi dovuti anche a gestioni improprie quali un servizio normalmente svolto dai Periti, da aumenti delle materie prime e di tutti i collaterali mai riconosciuti ufficialmente in modo realistico. Se la posizione di questi imprenditori, alquanto preoccupati del loro futuro, dei comitati spontanei che stanno sorgendo, o meglio “insorgendo” dappertutto, dei consorzi coerenti: è nota; si vorrebbe capire quale direzione stanno prendendo i nostri “rappresentanti ufficiali”.
e consentire (finalmente) alla categoria di prendere coscienza del proprio diritto riconosciuto anche e soprattutto dal Codice Civile (diritto espropriato di fatto dall’accordo capestro), nonché consapevolezza di atteggiamento corretto: nel momento della sua rivendicazione di una tariffa di prestazione che sia in grado di remunerare i costi e garantire un legittimo profitto d’impresa. Gli artigiani carrozzieri hanno il diritto di sapere, con assoluta certezza, chi ne rispetterà le scelte di autonomia e chi, invece, vorrà imporre dall’alto regole e comportamenti.
I DANNI MAGGIORI LI PROCURANO QUELLI CHE APPARENTEMENTE SEMBRANO CONTRARI……POI TI VOLTANO LE SPALLE E TI PUGNALANO…..VERGOGNA!! MERITEREBBERO UNA SCINTILLA NEL DEPOSITO VERNICI DELLA LORO CARROZZERIA E BUM!!! MA DIO IN CERTI CASI NON ESISTE PURTROPPO!
BRAVO FABBRIZIO abbiamo scopeto che sei il carrozziere più intelligente del mondo, complimenti vivissimi!!! MA VAI A CAG…… fossi io il moderatore cancellerei subito il tuo commento, quelli come te sono la rovina della categoria vergognati!!!
carissimi amici, ormai avete capito che noi carrozzieri siamo abbandonati a noi stessi, non ci rappresenta nessuno, dobbiamo seguire centinai di leggi, ed abbiamo costi insormontabili, lo stato non ha capito che il boom del dopo guerra c’è stato per i tanti piccoli artigiani e per le piccole imprese a conduzione familiare, che pagavano le tasse in contanti, e davano liquidità ad uno stato, che in questi ultimi anni, invece ha fatto esattamente l’opposto, travolgendo i piccoli, per arricchire i grandi, altrimenti come si potrebbero aumentare del 300% le tariffe assicurative, e permettere alle assicurazioni di fare contratti vergognosi per loro e per chi li sottoscrive, trattando da veri schiavi i piccoli imprenditori italiani. Chi firma è un perdente, non un opportunista, o un imprenditore serio e soprattutto corretto. Significa concedersi ai grandi, affittare la propria azienda alle assicurazioni.Vergogna!!!!
che dire ,piuttoto di firmare chiudo.
Ricordate cari colleghi che il nostro lavoro manco i temuti cinesi c’e lo rubano.
la nostra proffesionalita’ non si puo’ barattare.
Io lavoro con mio padre da circa 7 anni e vedo che nella nostra zona il lavoro va e viene a periodi insomma vedo anche che ora come ora la gente preferisce farsi liquidare e prendere i soldi piuttosto che riparare l’auto.
Vedo anche che per colpa delle case costruttrici si è costretti a rottamare il 60% dei veicoli se subiscono un danno frontale con lo scoppio degli airbag, nuovi o vecchi la distinzione è poca.
Il calo del lavoro si può imputare per l 65% a questo al 30% alla crisi e forse un 5% a questi contratti AP&B che ancora se uno vuole non è obbligato a rispettare.
Forse qualche macchina si potrà perdere ma non tutt.
A me hanno fatto il filo per 4 mesi ogni settimana, ma come si può lavorare 10 ore al giorno (cosa che faccio già ma per me stesso) per la assicurazioni senza guadagnare niente, RIPETO NIENTE.
Abbiamo provato con le Generali a condizioni molto favorevoli per noi, ma abbiamo visto che il lavoro era sempre lo stesso ed i clienti non erano nuovi ma sempre gli stessi. 2 mesi di perdita di tempo e denaro.
A me piace questo lavoro, ma se per lavorare devo dar via il c..o alle assicurazioni, bèh che me lo vengano a baciare.
Non approvo neanche chi lo fa perchè è impossibile sopravvivere con queste condizioni, però il mercato è libero e io preferisco pagare i fornitori e i dipendenti piuttosto che lavorare lavorare senza poi riuscire a pagare.
NO ALLA FIDUCIARIE. Siamo artigiani, non sottomessi, che se la faccciamo loro una carrozzeria no?
cari colleghi sono d’accordo con giorgio. come lui anch’io sono riuscito ad ottenere delle tariffe in accordo che superano le tariffe stabilite dalla associazione della mia zona,e sinceramente non posso dire di trovarmi male nel lavorare con le compagnie,,tutto dipende dal contratto che si va a firmare , non bisogna farsi fregare , ma rimanere molto fermi sulle proprie decisioni economiche e tariffarie.il 50% dei lavori mi arrivano dalle compagnie il restante dai clienti ,che avvolte o meglio prima si perdevano perche’ preferivano prendere i soldi dalle compagnie e poi girare per trovare la carrozzerie che gli faceva un bel prezzo e cosi tenersi il rimanente . quindi era peggio che lavorare con le compagnie..non dico che dappertutto e cosi ma posso dire che nella mia zona era un piaga. ora con la firma fiduciarie e le condizioni con cui sono andato a contrattare,il lavoro e stabile e ben retribuito, e i clienti sono tutti soddisfatti e contenti nel aver scelto questa formula. non ho nulla contro chi non condivide i fiduciari ma da carrozziere con 30 anni di lavoro da autonomo,dico che se ben fatto il contratto ci si puo’ lavorare. piu’ tosto lamentiamoci delle troppe tasse che lo stato ci impone, quelle dobbiamo combattere per poter arrivare a dire in un futuro ne e valsa la pena pagarle..il discorso sarebbe molto lungo da affrontare per le compagnie ma mi limito a dire solo quello che sopra o citato almeno nel mio caso e dei miei colleghi della mia zona che lavorano come fiduciari,confermiamo che ci si puo’ lavorare,attenzione solo a cosa andate a contrattare, perche’ credetemi alla fine le condizioni le facciamo sempre noi.. buon lavoro amici.
Lo scopo primario delle compagnie assicurative è quello di prendersi il cliente e canalizzarlo verso le fiduciarie.
Chi conquista il cliente ha il mercato.
Quello che ci stanno dando è una caramella, misera per altro, per poi darci le bastonate in futuro.
In cuor vostro siete davvero sicuri che se riescono ad avere il cliente poco a poco nel tempo non chiederanno ai carrozzieri condizioni contrattuali ancor più stringenti? (Penso ad esempio agli sconti sulle vernici ed ai materiali di consumo in generale).
Ci vuol poco a capire che è una fregatura mai vista nel nostro settore. Consiglio di non firmare.
Per quelli che trovano giovamento a firmare contratti capestri: nessuno demonizza un buon contratto. Ma questo deve essere al massimo trattabile sulla mano d’opera, col NOSTRO tempario, e deve garantire un flusso di lavoro maggiore.. Regalare il margine sui ricambi e accollarsi costi come l’auto sostitutiva è un suicidio economico nel medio/lungo termine.
Buon lavoro a tutti!
Cari colleghi, non credo che il problema siano le compagnie che propongono contratti avvilenti per noi, il problema sono le promesse fatte dai politici o dal politico chi ha seguito un po l’ultimo anno di incontri lo sa allora dico il Sig. sottosegretario alle attivita’ produttive che prima ha promesso di difenderci, dicendo che lui e’ stato eletto con i voti di artigiani e piccoli imprenditori e porta il fazzoletto verde, vorrei dirvi che e’ inutile fare manifestazioni a Roma, andiamo la domenica il giorno, l’unico che abbiamo di riposo e andiamo al paese dove vive a manifestare e a spiegare ai sui elettori come si “PREDICA BENE E SI RAZZOLA MALE”
Grazie Mario
cari colleghi, credo che il problema non sia se le compagnie pagano bene o no ma il motivo che spinge le stesse a creare una rete di carrozzerie fiduciarie. Possiamo girare intorno al problema, fiduciarie si fiduciarie no, ma l’aspetto grave e il controllo del mercato e i relativi guadagni che le compagnie stanno effetuando nei nostri confronti.
Per adesso un risultato l’hanno ottenuto, quello di creare una guerra interna nella categoria dei carrozzieri.
Se noi aderiamo non facciamo altro che sottostare alle loro condizioni. Stiamo attenti perche le assicurazioni sanno che siamo disuniti, sanno che il lavoro è diminuito, sanno che siamo troppi, e a lungo andare imporranno loro le condizioni.
Credo che il mercato debba essere libero, ma libero per tutti:
– libero per il cliente che deve poter scegliere la carrozzeria fiduciaria, ma la sua non quella imposta dalle assicurazioni;
– libero per il carrozziere di reperire i ricambi e riparare in base alle esigenze del cliente;
_ semplicemente libero, perche il più bravo emerga veramente.
Purtroppo se non capiamo che senza le assicurazioni si va avanti lo stesso, che il cliente riparerà comunque la macchina, e che siamo noi quelli in grado di modificare il mercato a nostro piacimento, bè credo che diventeremo nel lungo periodo dipendenti delle assicurazioni.
Bon lavoro! marco
cari colleghi credo visto che tutti state iniziando cosi’ che quello che ha detto MARIANO sia la sacrosanta verita’
MARIANO ESSERE MAGARI UN PO’ PIU SEMPLIFICATO NO? MICA ERA LA TESI PER IL DIPLOMA?
FACENDO COSI’ TUTTI AVREBBERO CAPITO CHE QUELLO CHE HAI SCRITTO E’ LA DURA PURTROPPO VERITA’
Buona sera condivido anch’io… Ho una delle carrozzerie migliori della mia zona e non mollo…
CARI COLLEGHI LAVORO DA 16 ANNI NELL’AZIENDA DI FAMIGLIA (UN SERVICE PARTNER VW AUDI CON CARROZZERIA INTERNA), E STO VEDENDO LA NS CATEGORIA PROSTITUIRSI PER LAVORARE. NOI NON ABBIAMO SCELTO DI FIRMARE IN QUANTO CON I COSTI CHE ABBIAMO NON CE LO POSSIAMO PERMETTERE.PREFERIAMO FARE MENO MA MEGLIO.NON CREDO COMUNQUE CHE I CARROZZIERI FIRMATARI DI ACCORDI DURINO MOLTO MA SICURAMENTE CI STANNO DANNEGGIANDO ECONOMICAMENTE.LA NS REALTA POLISETTORIALE CI FA ANDARE AVANTI MA SE SE FOSSI STATO SOLO CARROZZIERE AVREMMO CHIUSO DA TEMPO.PENSO DI TENER CARA LA PELLE TANTO TANTI CARROZZIERI PER GLI ACCORDI SOTTOCOSTO CHIUDERANNO.
Buongiorno a tutti
Ho aperto carrozzeria nel 1960 in passato ho lavorato con un paio di assicurazioni unipol e cattolica , quando ancora esisteva l’accordo ania.
Nel 2005 insieme ai miei figli ho rimodernato tutta la carrozzeria.
Sempre insieme ai miei figli dopo aver investito per il loro futuro abbiamo valutato se continuare a lavorare come fiduciari chiedendo un adeguamento tariffario alle compagni con le quali collaboravamo.
La risposta è stata no , abbiamo quindi deciso di lavorare solo con il nostro potenziale di clienti.
Dal 2005 a oggi devo ringraziare la scelta fatta perche’ vistro i costi che abbiamo affrontato e i costi che ancora oggi dobbiamo affrontare per mantenere in regola tutte le questioni burocratiche , le tariffe che ci offrirono non sarebbero state sufficenti per pagare gli investimenti fatti.
La nostra azienda ora gode di salute , siamo in 14 su una superfice di 1400 metri e non abbiamo nessun contratto di fiduciariato.
Sono certo che i colleghi che investono come noi in attrezzature e in sicurezza faticheranno a siglare i nuovi accordi.
a tutti quelli che hanno firmato:
SE TUTTI I CARROZZIERI FIRMERANNO QUESTI CONTRATTI CREDETE DAVVERO CHE LE COMPAGNIE NON COMINCERANNO UNA SCALATA AL RIBASSO DELLE TARIFFE? OGGI AVETE QUESTE TARIFFE PERCHE’ TANTI CARROZZIERI NE STANNO FUORI!
FIRMARE OGGI E’ FORSE CONVENIENTE MA ALLE NOSTRE AZIENDE STIAMO METTENDO UN CAPPIO INTORNO AL COLLO E LASCIAMO AD ALTRI LA DECISIONE DI QUANTO STRINGERE.
MANCA AI COLLEGHI, SECONDO ME, UNA BUONA DOSE DI LUNGIMEIRANZA
Resto dell’idea che chi paga è pur sempre mio cliente e non bisogna mai dimenticare che chi ci paga sono le assicurazioni: detto cio ‘ vi giro una cosa che un comitato di periti mi ha girato a loro volta e che non ho avuto ancora modo di utilizzare perchè non c’è ne stata occasione ma se qualcuno ne prendesse spunto e la utilizzasse per poi magari metterne a conoscenza altri colleghi che ne possano beneficiare magari sarebbe cosa buona.
allora………… recuperato dal sole 24 ore radiocor
Roma 28 aprile confermate dalla presidenza della camera le innammissibilita’ in sospeso per gli emendamenti al decreto legge incentivi.
il presidente della camera ,Gianfranco Fini,ha confermato tutti gli orientamenti dei presidenti delle commissioni finanze e attivita’ produttive che si erano rivolti a lui come tribunale di ultima istanza dopo il mancato accordo unanime dei gruppi sulle proposte di modifica di fatto estranee per materia ma ritenute di particolare rilievo.
RESTANO QUINDI FUORI NORME COME QUELLE SULLA REINTRODUZIONE DEL RISARCIMENTO DIRETTO NELL’RC AUTO,SU CUI C’ERA ANCHE UN EMENDAMENTO DEL GOVERNO.
a questo punto l’indennizzo diretto RIMANE facoltativo,come deciso dalla corte costituzionale sentenza 180 del 2009.
COSA CAMBIA PER I CARROZIERI?
FORTUNATAMENTE NULLA O QUASI,INFATTI IL CARROZZIERE CESSIONARIO DEL CREDITO PUO’ SCEGLIERE DI ESSERE RISARCITO DALL’ASSICURAZIONE DEL PROPRIO CLIENTE,OPPURE RICHIEDERE L’INDENNIZZO ALLA COMPAGNIA DI CONTROPARTE.
QUINDI IN PRESENZA DI SINISTRI CON POLIZZE IN FORMA SPECIFICA( quelle congegnate ad ok per convogliare il lavoro obbligatoriamente nelle fiduciarie) SE LA COMPAGNIA NON VUOLE CORRISPONDERE L’INTERO IMPORTO AL CARROZZIERE NON FACENTE PARTE DELLA RETE FIDUCIARI,IL CESSIONARIO CARROZZIERE POTRA’ RICHIEDERE LA DIFFERENZA O L’INTERO IMPORTO ALLA COMPAGNIA DI CONTROPARTE CHE RIMANE LA RESPONSABILE CIVILE!
MI RISERVO DI SENTIRE UN LEGALE SE QUESTA PRASSI PUO’ ESSERE UTILIZZATA ANCHE NEL CASO CHE UN FIDUCIARIO CHE HA IN ESSERE UN CONTRATTO CON UNA COMPAGNIA DOVE RICONOSCE SCONTI O MANODOPERA AGEVOLATA ,AUTO SOSTITUTIVE GRATIS ECC ECC POSSA RICHIEDERE IL RESTANTE IMPORTO NON PAGATEGLIELI ALLA CONTROPARTE……………..
MANDI MANDI
si LUCA ai ragione ma e la canalizazzione del lavoro credo che preocupa la magior parte dei carrozzieri me compreso .
HO DECISO!!! Un giorno prima di morire firmerò per diventare un carrozziere fiduciario, così se ne sarà andato un altro di loro……
Buongiorno
siamo una carrozzeria aperta da 40 anni, accordi con le Compagnie ZERO(mai stati, nè scritti nè orali). Si è sempre lavorato soprattutto con la clientela del paese, e se la riparazione doveva essere pagata da una Compagnia non c’era problema, arrivava il perito, si concordava, delega-cessione e amen. Tutto come ora insomma, ma molto molto molto meno in quantità: meno sinistri, sconvenienza di alcune riparazioni, la crisi che aumenta le furbate della gente che spesso se può si tiene in tasca i risarcimenti.. ma quello che fa veramente male è la sottrazione del cliente ad opera del sistema Compagnia-Carrozzeria Fiduciaria.
Le Compagnie, che pagano i risarcimenti, hanno applicato una strategia per pagare di meno (sacrosanto). Ma le Carrozzerie, che mica son fesse, avranno applicato una strategia per difendere i propri diritti!? Bè no, purtroppo no, nessun fronte comune per le carrozzerie, ognuna dietro il proprio business, ed ecco le Carrozzerie Fiduciarie, che accettano ben volentieri le auto che vengono loro dirottate dalle altre carrozzerie. In quel sistema Compagnia-Carrozzeria Fiduciaria c’è un dare avere reciproco, (che fa soffrire e chiudere chi è fuori), ma non è un rapporto alla pari, chi ha il potere di togliere e quindi di imporre è sempre la Compagnia, l’altra parte è sempre un po’ sottomessa..però intanto mangia…
Per finire, qualcuno è in grado di spiegare come si fa a pubblicizzare una trentina di auto sostitutive gratuite??? Ci sono dei grossi fiduciari che lo fanno. Dove la spalmano quella spesuccia??? E intanto le Compagnie aumentano ogni anno i premi assicurativi, perchè anche i costi dei sinistri aumentano (almeno non la possono dare a noi non fiduciari la colpa visto che ripariamo sempre meno macchine per loro)
Ciao
Cari colleghi, i commenti sono tanti, sofferti, condivisi e non. Sono titolare anch’io di un’ impresa che opera nel settore da diversi anni senza mai sottoscrivere nessun tipo di accordo o subordinazione o altro rapporto di fiduciariato con alcuna compagnia, nè tanto meno intendo farlo oggi, dove le condizioni che offrono sono a dir poco umilianti e degradanti per tutta la categoria. Devo dire che la crisi c’è e si sente, ma se sai muoverti il lavoro non manca e se sai fidelizzare il cliente, sarà lui a chiedere e tu ad istruirlo. Proprio per questo dico che dobbiamo lottare e farlo tutti insieme io e i colleghi della mia zona lo stiamo facendo in una maniera forte, compatta e concreta, costituendo un consorzio di carrozzerie che osteggia decisamente la politica aggressiva di queste compagnie, affinchè, non possano trovare terreno fertile nella nostra zona ed invito anche Voi tutti a fare lo stesso, in ogni provincia di ogni regione, così da poter formare una rete di consorzi regionali che possano rappresentarci con forza di numero. Solo così possiamo cercare di osteggiare i colossi che ci opprimo uniti e compatti perchè è proprio vero che l’unione fa la forza ed è questo lo stimolo che ci deve spingere a superare tutte le paure e le remore del momento. Il nostro motto è ” UNITI VINCEREMO”.
Buono lavoro a tutti.
Tutto questo è TRUST!!!!! E’ contro la legge, viola la concorrenza del mercato e la libertà dei danneggiati-consumatori; è <> come indiviaduato dalla Cassazione recentissimamente, clausore vessatorie!! In Germania per esempio, la compagnia ti chiama, e ti chiede: dove si trova Lei ora? R: A Berna! In che via? R: via Suonatori di Brema 69! Vicino a Lei vi sono 14 officine: a,b,c,d,e,f, …. R: No mi scusi, io desidero andare all’officina z qui vicino, nel Comune qui accanto.. A bene, come si chiama questa officina? R: Officina Word! Buongiorno Officina Word, le sta chiamando la Compagnia assicuratrice “StarTrek Versincherung” , le volevamo dare l’incarico di ripare la vettura targata XY del Sig. Danneggiato, accetta l’incarico? R: Si, mi mandi il fax di conferimento incarico, e grazie!
pertanto Vi consiglio di confezionare, magari con l’ausilio di un bravo avvocato (meglio se professore universitario), anche un gruppo minore, meglio se un sindacato, una associazione, o semplicemente un certo numero di riparatori, uno scritto ed inoltratelo all’AGCM, ed anche all’ombudsman europeop (www.ombudsman.europa.eu), ci sarà da ridere!!!!
A.D.R. E ISTITUZIONI EUROPEE: L’OMBUDSMAN
Una delle tecniche di A.D.R. di cui nel panorama giuridico europeo è stata riconosciuta la notevole importanza è l’Ombudsman. L’Ombudsman é un funzionario nominato solitamente, ma non sempre, dal governo, incaricato di rappresentare gli interessi del pubblico studiando e richiamando i reclami per ritardi, irregolarità, mancanze della Pubblica Amministrazione, segnalati dai diversi cittadini. E’ stato istituito per la prima volta in Svezia, nel 1809, per salvaguardare i diritti dei cittadini, stabilendo un’agenzia di sorveglianza indipendente dal ramo esecutivo, con il compito di controllare l’osservanza delle leggi da parte dei pubblici ufficiali e dei giudici e che é inoltre dotata di potere di citare in giudizio i trasgressori. L’origine della parola viene dagli anziani norvegesi, per i quali “umbuds” significa rappresentante. Da allora non solo il termine, ma anche la figura dell’Ombudsman, è stato adottata in molti paesi, tra cui Inghilterra, Danimarca e Islanda. A livello europeo, l’ufficio del mediatore è stato formalmente generato dal Trattato di Maastricht del 1992 ed é attualmente guidato dal Professor Nikiforos Diamandouros. E’ nominato dal Parlamento europeo per un mandato rinnovabile di cinque anni, che corrisponde alla durata della legislatura. Il Mediatore può inviare raccomandazioni alle istituzioni dell’UE e investire del caso il Parlamento europeo, affinchè promuova l’azione politica necessaria. Esercita le sue funzioni in piena indipendenza e con imparzialità, non sollecita né accetta istruzioni da alcun organismo e per la durata del suo mandato, non può esercitare alcuna altra attività professionale, remunerata o meno. L’European Ombudsman da un lato agisce come meccanismo di controllo esterno, investigando sulle lamentele riguardanti la ‘maladministration’ e consigliando azioni correttive dove necessario; dall’altro opera come risorsa delle istituzioni per ottenere migliori risultati nelle relazioni con il cittadino, in particolare individuando i suoi reali bisogni e come le istituzioni possano soddisfarli efficacemente. Con l’aumentare dei Paesi facenti parte dell’Unione Europea, sono anche aumentati i mediatori nazionali, tanto che é stata creata una rete europea dei mediatori, che coopera sistematicamente per scambiare le informazioni sulla legislazione dell’Unione Europea e sulla prassi per migliorare e accertare il trasferimento efficace dei reclami. La rete ora contiene circa 90 uffici in 29 paesi in tutta Europa. Il 6 settembre 2001, il Parlamento Europeo ha adottato una risoluzione, approvando il Codice di Buon Comportamento Amministrativo che le Istituzioni e i corpi dell’Unione Europea, le loro amministrazioni e uffici devono rispettare nei loro rapporti con il pubblico. La Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea stabilisce, infatti, tra i diritti fondamentali del cittadino, quello a una buona amministrazione (articolo 41) e quello di reclamare all’Ombudsman Europeo contro la ‘maladministration’ da parte delle Istituzioni ed organi dell’Unione Europea (articolo 43). Hanno, dunque, diritto a presentare denuncia al Mediatore Europeo, ogni cittadino di uno Stato Membro, residente in uno Stato membro, così come ogni impresa, associazione e altro organismo con sede ufficiale nell’Unione. Il Codice europeo del Buon Comportamento Amministrativo del 2001, é stato emanato proprio allo scopo di dettare i principi generali del buon comportamento che possono essere applicati a tutti i rapporti delle Istituzioni e loro amministrazioni con il pubblico, per individuare più facilmente i casi di “maladministration” e per evitare il conflitto. Inoltre, ha avuto come obiettivo quello di uniformare i principi alla base dei rapporti delle istituzioni con i cittadini in tutti i paesi dell’Unione. Viene infatti applicato ad ogni ufficiale o funzionario che operi all’interno delle Istituzioni o Organismi dell’Unione Europea, mentre i rapporti interni tra Istituzione e ufficiali sono governati dai Regolamenti Interni. Oggetto della denuncia possono essere tutti i casi, di ‘maladministration’ delle istituzioni e organi dell’Unione Europea. Per “maladministration” si intende la mancanza o carenza di amministrazione. Ciò si verifica quando un’amministrazione non opera secondo la legge, o non rispetta i principi di buona amministrazione, o viola i diritti umani. Alcuni esempi possono essere: irregolarità amministrative, iniquità, discriminazioni, abuso di potere, mancanza di risposta, rifiuto di informazione e ritardi ingiustificati. Il Mediatore, quindi, esamina la denuncia e provvede ad informare sui risultati dell’indagine. (Maggiori informazioni sulle modalità con cui sporgere reclamo sono disponibili nel sito: http://www.euro-ombudsman.eu.int/home/it/default.htm). Ogni anno il mediatore europeo è tenuto a presentare al Parlamento Europeo un rapporto sull’attività svolta. Da quello dell’anno 2004, risulta che sono stati sporti 3.726 reclami, con un incremento del 53% rispetto all’anno precedente; il 51% proviene dai 10 nuovi Stati membri entrati nell’Unione Europea a maggio del 2004. L’altro 49% dagli altri Stati membri. Nel 70% dei casi l’Ombudsman é stato in grado di aiutare il reclamante, a risolvere il problema. Sono state aperte 351 nuove inchieste, di cui 8 per iniziativa dello stesso Ombudsman; 251 sono state anche portate a termine. Per 65 casi è stato raggiunto un accordo amichevole; 71 invece, sono stati trasferiti all’autorità competente. I maggiori casi di ‘maladministration’, sono stati rappresentati da: mancanza di trasparenza, rifiuto di fornire informazioni, discriminazione, ritardo evitabile, procedure insoddisfacenti, abuso di potere, negligenza e errori legali. In 113 casi l’Ombudsman ha riscontrato non si trattava di ‘maladministration’. Uno sguardo al panorama italiano:il ruolo del difensore civico. Con il diffondersi a livello europeo dell’Ombudsman, intorno agli anni ‘60, anche in Italia venne valutata l’opportunità di introdurre una figura che rispondesse a due esigenze fondamentali: potenziare il controllo sull’attività amministrativa e sull’amministrazione e difendere il cittadino contro i possibili casi di ‘maladministration’. Venne così rimandato all’ente regionale, il compito di istituire un Difensore Civico; le Regioni hanno provveduto in tempi e modi diversi. Il Difensore Civico può intervenire in caso di ritardi, irregolarità ed omissioni della Pubblica Amministrazione, non riferibili ai vizi del procedimento. Svolge, inoltre, funzione di tutela degli interessi legittimi (sono correlati alla Pubblica Amministrazione e consistono nella legittima pretesa che questa agisca correttamente),dei diritti del cittadino riconosciuti dalla legge ma anche degli interessi di fatto (gli interessi privi di qualsiasi protezione da parte della legge) e superindividuali (gli interessi della collettività). Non si tratta, però di una tutela giurisdizionale, in quanto non può esprimere alcun sindacato di legittimità e tanto meno di merito sugli atti amministrativi. I principi alla base di questa figura sono, dunque, simili a quelli su cui si fonda l’ombudsman, vi sono però alcune differenze. Innanzitutto nella procedura con cui il cittadino può interpellare il Difensore Civico. Sebbene ciascuna Regione abbia dettato una disciplina autonoma, si é rilevato in molte di esse che la possibilità di adire il Difensore Civico é concorsuale o alternativa al ricorso giurisdizionale o amministrativo. Inoltre, non devono sussistere particolari condizioni, quale può essere per l’Ombudsman europeo l’aver già sporto reclamo contro l’Istituzione o l’Organo. Il Difensore civico può agire su istanza del cittadino o d’ufficio, per la quasi totalità delle Regioni, ad esempio nei casi che preoccupino la cittadinanza o pratiche simili che riguardino soggetti nella stessa situazione Opera nei confronti delle Amministrazioni Regionali, degli Enti Locali e delle strutture sanitarie e aziende sanitarie locali. Ciascuna Regione ha poi attribuito poteri più o meno ampi di consultare gli atti e accedere agli uffici. In secondo luogo, oltre a queste funzioni istituzionali, il Difensore civico può fornire generica assistenza, fornendo consigli per risolvere i problemi di quei soggetti economicamente e culturalmente svantaggiati. Al difensore civico Regionale, si affiancano quello Provinciale e Comunale, istituiti dall’articolo 8 della legge 142/1990, con funzione di garante dell’imparzialità e del buon andamento della Pubblica Amministrazione. Il Difensore Civico Regionale é quindi tenuto a coordinare la propria attività con quella dei Difensori Civici istituiti dai Comuni e dalle Province, attraverso incontri periodici in cui individuare le aree di attività di ciascuno e le modalità organizzative e attraverso convenzioni o consorzi con essi. La legge 127/1997, che ha riformato la Pubblica Amministrazione, con l’articolo 17,ha conferito al Difensore Civico Regionale poteri di controllo eventuale in caso ci sia una richiesta da parte di un certo numero di consiglieri: può infatti controllare le deliberazioni della giunta e del consiglio, quando hanno per oggetto appalti, affidamento di forniture, assunzioni di personale e piante organiche. Ha acquisito, inoltre, la possibilità, previo invito rivolto all’ente locale a provvedere entro un congruo termine, di sostituirsi all’amministrazione Comunale o Provinciale che ritardi o ometta di compiere atti obbligatori e di nominare un commissario ad acta, il quale provvedere, a spese dell’ente medesimo, entro sessanta giorni dal conferimento dell’incarico. Per valutare l’effettivo ricorso da parte del cittadino, nell’anno 2004, al Difensore civico Regionale sono state considerate, a titolo esemplificativo, tre Regioni del Nord, del Centro e del Sud Italia. In Piemonte le richieste di intervento sono state 807, di cui 585 sono state portate a conclusione, 222 sono ancora in fase istruttoria. Si é verificato, rispetto al 2003 una lieve diminuzione; oggetto principale dei reclami sono stati i servizi alla persona. In Toscana, le pratiche aperte sono state 1438, con un aumento del 40%. Anche qui oggetto dei reclami sono stati maggiormente i servizi al cittadino: sanità, servizi pubblici, lavoro e previdenza. Infine, in Basilicata sono state presentate 893 richieste: per 277 di queste ha avuto inizio la procedura (180 sono state definite nello stesso 2004); le restanti 616 sono
state risolte senza procedere. Si é registrato, come in Toscana, un aumento del 12.75%. Oggetto dei reclami é stata principalmente la pubblica sicurezza e la tutela dell’ambiente. Si può quindi ritenere che vi sia un aumento generale di reclami da parte dei cittadini al Difensore Civico, ma anche che molto spesso questa figura non sia ancora molto conosciuta. In Toscana infatti il numero é aumentato grazie alla pubblicità e promozione che lo stesso Difensore Civico ha fatto della propria figura.
L’Ombudsman bancario
Un altro esempio di istituzione vicina a quella dell’Ombudsman é costituito dall’Ombudsman Bancario, istituito nel 1993, grazie ad un accordo tra l’Associazione Bancaria Italiana (ABI) e le Associazioni dei consumatori al fine di fornire all’utente bancario la possibilità di far valere i propri diritti in sede stragiudiziale e neutrale. E’ un organo collegiale, formato da un Presidente, nominato dal Governatore della Banca d’Italia, due membri dall’Associazione bancaria italiana, uno dal Consiglio nazionale forense e uno dal Consiglio dei dottori commercialisti. Ha competenza per un danno di valore non superiore a 10.000 euro, causato da operazioni o servizi forniti dalla Banca, che possono avere anche valore maggiore. La procedura è gratuita; ha inizio dopo che il consumatore si è rivolto all’Ufficio Reclami e quest’ultimo non ha risposto entro il termine di 60 giorni o non ha preso una decisione soddisfacente o positiva. Il ricorso all’Ombudsman é consentito soltanto da parte del consumatore, definito come “la persona che agisce per scopi estranei all’attività imprenditoriale o professionale eventualmente svolta”; sono quindi esclusi i commercianti, professionisti, imprese ed enti. L’unica condizione per il consumatore é quella di non aver già intrapreso le vie legali o arbitrali; qualora non resti soddisfatto può comunque rivolgersi alla giustizia ordinaria, mentre la Banca é tenuta a dare attuazione a quanto stabilito dall’Ombudsman entro il termine previsto. L’Ombudsman bancario, istituito per tutelare il consumatore, è ritenuto un organo non del tutto imparziale, in quanto al suo interno non vi sono rappresentanti degli utenti.
L’Ombudsman assicurativo
In Italia, non esiste ancora, invece, l’Ombudsman assicurativo, come in Svizzera. Quest’ultimo si occupa di tutte le questioni o problemi che possono sorgere tra gli assicurati, non solo con assicurazione obbligatoria ma anche complementare, e le casse malati. Possono usufruirne anche i rappresentanti degli assicurati, i servizi
sociali e le autorità. L’Ommbudsman assicurativo svizzero svolge diverse funzioni: ascolta e verifica le pretese dei malati, li consiglia e media i rapporti con la cassa malati per trovare la più adeguata soluzione al conflitto. I suoi servizi sono interamente gratuiti. Non ha nessun potere di annullare o modificare gli atti degli assicuratori, ma solo di mediare. E’ stato ritenuto in parte simile all’Ombudsman svizzero, l’Istituto Italiano per la vigilanza sulle Assicurazioni private e di interesse collettivo (ISVAP), istituito nel 1982. L’ente svolge un ruolo di vigilanza e autorizzazione rispetto alle imprese assicuratrici, al fine di tutelare i consumatori, però a differenza di quello svizzero ha poteri sanzionatori e di intervento. In questi ultimi anni ha anche acquisito alcune competenze riguardanti la trasparenza nei rapporti tra imprese e assicurati e
l’informazione del consumatore. Ha facoltà, infatti, di raccogliere reclami, agevolare l’esecuzione dei contratti e facilitare la soluzione delle questioni che possono sorgere. Si può, quindi concludere ritenendo che l’Italia, sebbene in alcuni settori abbia già iniziato ad operare in questo senso, rispetto ai paesi del Nord Europa debba ancora riconoscere pienamente il ruolo e l’importanza che l’Ombudsman può avere non solo nel mediare i conflitti ma anche nell’essere un mezzo per consentire alle Istituzioni di avvicinarsi al cittadino e di prevenire il conflitto prima che si verifichi. Cristina Breda. Fine.
Note personali:
Nulla di tutto ciò, ha a che vedere, con la Mediazione Civile italiana, che DEVE ESSERE ATTIVATA OBBLIGATORIAMENTE (contro ogni direttiva europea, assurdo), un legge per stancare sine die i creditori, ponendogli innanzi infiniti paletti che generano a loro volta, nel momento in cui vengono sradicati, altri paletti (come alcuni virus informatici che apparentemente cancellati, appena riacceso il computer, si rigenerano e si moltiplicano sistematicamente, ad ogni nuova accensione), favorire i grandi debitori, procrastinare i pagamenti, sbiadire sempre di più la figura dei Giudici a tutti i livelli, delegittimadoli, facendoli apparire dei professionisti incompetenti, inutili, che giudicano in nome di alcuni soggetti (fisici, giuridici) e non “IN NOME DEL POPOLO ITALIANO”, che fanno il bello ed il cattivo tempo, assoggettati e servi dei politici, favorire la corruzione sin dalla base della piramide sociale, incrementando quella in alto, impoverendo tutti, anche le fascie medie ed alte, al fine di scompaginarli a tal punto, creando tanto di quel caos, anche legislativo, da far distrarre tutti, cosicché da non poter controllare bene, chi sta più in alto, dovendo sopperire alle istanze di vitale importanza, quele di base, come altrettanto bene analizzato da un noto analista, chiaroveggente, a mio avviso, Ezra Pounde, e dal nostro non meno acuto ed ot sider Giacinto Auriti. Chi leggerà anche parte egli scritti di questi 2 autori, gli si illuminerà la mente e capirà immediatamente perché si sono tanti politici in giro ed un numero sconsiderato di politici in pensione (ma che in realtà, continuano ad operare in funzione della royalty). Ma anche assicurazioni e banche agiscono in funzione delle royalty. E come raccomandava il drammaturgo Brecht Bertolt, con la sua poesia <>:
Impara quel che è più semplice! Per quelli il cui tempo è venuto non è mai troppo tardi! Impara l’abc; non basta, ma imparalo! E non ti venga a noia! Comincia! devi sapere tutto, tu! Tu devi prendere il potere. Impara, uomo all’ospizio! Impara, uomo in prigione! Impara, donna in cucina! Impara, sessantenne! Tu devi prendere il potere. Frequenta la scuola, senzatetto! Acquista il sapere, tu che hai freddo! Affamato, afferra il libro: è un’arma. Tu devi prendere il potere. Non avere paura di chiedere, compagno! Non lasciarti influenzare, verifica tu stesso! Quel che non sai tu stesso, non lo saprai. Controlla il conto, sei tu che lo devi pagare. Punta il dito su ogni voce, chiedi: e questo, perché? Tu devi prendere il potere. Bertolt Brecht
SONO UN CARROZZIERE DELLA PROVINCI DI VARESE, NON VOGLIO ESSERE UNA VITTIMA DELLE ASSICURAZIONI, SPERO DI RESISTERE E NON ASSOCIARMI CON NESSUNA E INVITO TUTTI I MIEI COLLECHI A NON FARLO E SE LO SIETE DATE DISDETTA, ADEGUATEVI AL LAVORO CHE CE’ IN QUESTO MOMENTO MA SONO LE ASSICURAZIONI CHE DEVONO ESSERE UNA VITTIMA NON NOI.